Arte e storia delle antiche confraternite reggine

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arciconfraternita dei bianchi
Nell’ambito della Settimana della Cultura 2011 il Museo diocesano Mons. Aurelio Sorrentino, in collaborazione con l’Archivio Storico Diocesano di Reggio Calabria, presenta la recente acquisizione di cinque inediti argenti sacri appartenuti all’Arciconfraternita dei Bianchi, uno dei più antichi sodalizi nobiliari di Reggio, e un video dal titolo Arte e storia delle antiche confraternite reggine: l’Arciconfraternita dei Bianchi.
Due preziosi calici, una pisside, un ostensorio e uno sportello di tabernacolo, opera di argentieri messinesi e napoletani attivi tra Sette e Ottocento, sono stati affidati in deposito al Museo dal Priore dell’Arciconfraternita Fra’ Antonio Nesci, restaurati nell’occasione dai tecnici del Laboratorio di restauro della Soprintendenza archeologica della Calabria, per essere esposti lungo il percorso museale, nella sezione dedicata ad Arte e devozione.
Il video illustra opere e documenti d’archivio, alcuni dei quali esposti in mostra, che illustrano la storia delle antiche Confraternite reggine di Gesù e Maria, dei Santi Crispino e Crispiniano, di Sant’Eligio, dell’Immacolata nella chiesa della SS.ma Annunziata, del SS.mo Sacramento in Cattedrale e, in particolare, dell’Arciconfraternita dei Bianchi fondata da Paolo III nel 1539.
La vita e l’attività del nobile sodalizio reggino nonchè la storia della chiesa del Sangue di Cristo emergono da atti notarili, istanze, concessioni, verbali, rendiconti, regole del sodalizio, memorie e relazioni dei Priori, visite pastorali che ne testimoniano le vicende dalle origini ad oggi.
L’evento è curato Roberta Filardi e Rosanna Fiore, docenti di storia dell’arte, e da Lucia Lojacono e Maria Pia Mazzitelli, responsabili, rispettivamente, del Museo e dell’Archivio storico diocesani.
Giovedì 14 aprile alle h 17,30 l’inaugurazione della mostra sarà preceduta dalla presentazione del video, alla presenza dell’arcivescovo Vittorio Mondello, nel Salone Mons. Giovanni Ferro in Arcivescovado e, a seguire, nelle sale del Museo diocesano.


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